E' inutile dire come Sergio Ercolano sia rimasto nel nostro modo di vedere giocare la Cavese. Un punto riferimento non solo per l'offensiva aquilotta nel rettangolo di gioco, ma anche per noi abituati a cercarlo sul campo per capire, per scrutare qualcosa di nuovo.
Sergio sta facendo bene anche a Perugia, formazione umbra in bilico per la B. Anche lì è diventato l'idolo dei tifosi. Un gol ed un assist con i fiocchi nella semifinale di andata con l'Ancona, non considerando poi i gol segnati da quando a Gennaio fu ceduto dalla Cavese per 280'000 euro nonostante le forti pressioni dell'Arezzo. Per non parlare poi di quel modo di fare sui generis, silenzioso e schivo verso i giornalisti, spigliato e concreto verso la tifoseria, un 26enne che colpisce semplicemente nel vederlo, figuriamoci quando segna.
Sergione tornerà Domenica prossima ad Ancona per conquistare la finale che lo può portare in Serie B, magari, come auspica il giocatore in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, contro il Taranto. Ancora una volta Ancona per Ercolano, nel Gennaio 2006 fu proprio il debutto con la casacca biancoblu ad Ancona in cui non solo la Cavese vinse 2 a 1, ma lo stesso ragazzo di Pianura segnò il suo primo gol da professionista.
Ecco infine come si "confessa" a Nicola Binda della GdS: «Ho il simbolo della città tatuato sul petto e la scritta partenopeo in gotico, il prossimo tatuaggio sarà un monumento di Napoli. C´è gente che da qui scappa, io ci torno sempre: Napoli è un punto di riferimento, ci sono mio figlio Mattia e la mia compagna Ramona e presto la sposo, abbiamo già comprato casa. Sono cresciuto in zona Corso Malta, poi mi sono trasferito a Pianura (papà direttore di banca, mamma insegnante, ndr), dove c´era la discarica; con i rifiuti è il caos, ma Berlusconi ha promesso di aiutarci e noi collaboreremo, perché amiamo Napoli: la nostra rovina è Bassolino. Amo Napoli e il Napoli, a 11 anni la prima volta al San Paolo, di nascosto, con un amico: Napoli-Padova 3-3, era il 1994, c´era Lalas. Vado in Curva A, ho fatto trasferte in tutta l´Italia sfruttando anticipi e posticipi. Il mio idolo era Careca, ora dico Sosa e Zalayeta, ho conosciuto Paolo Cannavaro, ma non mi va di essere amico dei giocatori: io sono un tifoso e basta. Non sono nemmeno uno che sogna di giocare nel Napoli: questa squadra è una passione, non un traguardo».
In bocca al lupo Sergio!
1 commento:
Ciao Sergione.
CI manchi tanto :(
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