A poche ore dalla fine della partita contro la Ternana, la Cavese per bocca del proprio Presidente Antonio Fariello ha deciso di congelare gli stipendi ai propri dipendenti fin tanto che non sarà raggiunto l’obiettivo diventato fondamentale per questa stagione: la salvezza.
Il gesto è forte e pieno di significato che va ricondotto innanzituttto al rispetto del Presidente nei confronti dei tifosi, non a quelli del facile borbottio, ma a quelli che sempre e comunque hanno urlato a squarciagola per incitare gli aquilotti, che si giocasse in casa o fuori casa, a porte aperte o a porte chiuse. Quelli che a Terni c’erano ed avrebbero voluto urlare per la vittoria o un buon pareggio e non zittire per una sconfitta che brucia.
Qualcuno potrebbe pensare che bloccare gli stipendi, ad un mese dalla fine del campionato è una scelta tardiva o che forse potrebbe portare ad una frattura nello spogliatoio, a tal proposito siamo sicuri che un esame di coscienza sarebbe più che auspicabile per tutti, dirigenti e calciatori, e perché no, qualora ve ne fossero, ammettere sinceramente i propri errori e ripartire più forti di prima, senza timore perché noi siamo la Cavese.
Noi tutti tifosi dovremmo fermarci e girarci indietro e guardare neanche troppo lontano, ricordando quando ci contavamo con le dita delle mani nelle trasferte di categorie talmente piccole da non essere citati nemmeno dai quotidiani locali: è da lì che veniamo. In quelle circostanze sapevamo apprezzare nei giusti toni ogni risultato sia positivo che negativo, pare però che molti di noi abbiano voluto dimenticare!
Ora ci aspetta il Legnano in casa, a questo punto, ognuno di noi faccia la sua parte: i tifosi a tifare con il cuore, i giocatori a giocare con le palle…
Sempre e comunque Alé Cavese!
Il gesto è forte e pieno di significato che va ricondotto innanzituttto al rispetto del Presidente nei confronti dei tifosi, non a quelli del facile borbottio, ma a quelli che sempre e comunque hanno urlato a squarciagola per incitare gli aquilotti, che si giocasse in casa o fuori casa, a porte aperte o a porte chiuse. Quelli che a Terni c’erano ed avrebbero voluto urlare per la vittoria o un buon pareggio e non zittire per una sconfitta che brucia.
Qualcuno potrebbe pensare che bloccare gli stipendi, ad un mese dalla fine del campionato è una scelta tardiva o che forse potrebbe portare ad una frattura nello spogliatoio, a tal proposito siamo sicuri che un esame di coscienza sarebbe più che auspicabile per tutti, dirigenti e calciatori, e perché no, qualora ve ne fossero, ammettere sinceramente i propri errori e ripartire più forti di prima, senza timore perché noi siamo la Cavese.
Noi tutti tifosi dovremmo fermarci e girarci indietro e guardare neanche troppo lontano, ricordando quando ci contavamo con le dita delle mani nelle trasferte di categorie talmente piccole da non essere citati nemmeno dai quotidiani locali: è da lì che veniamo. In quelle circostanze sapevamo apprezzare nei giusti toni ogni risultato sia positivo che negativo, pare però che molti di noi abbiano voluto dimenticare!
Ora ci aspetta il Legnano in casa, a questo punto, ognuno di noi faccia la sua parte: i tifosi a tifare con il cuore, i giocatori a giocare con le palle…
Sempre e comunque Alé Cavese!
Editoriale di Fabio Apicella
1 commento:
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