Da quel fatidico 11 novembre 2007, giorno in cui perse la vita l’Ultras laziale Gabriele Sandri, ucciso da un proielttile sparato ad altezza uomo da un agente di polizia, sono passati ormai 4 mesi. Ancora la verità non è venuta fuori o meglio, la si vuole tenere nascosta per difendere colui che, armato dallo Stato, resta impunito per ogni abuso perpetrato ai danni di noi Ultras. Siamo pronti come sempre a pagare per le nostre gesta, ma pretendiamo che la legge sia uguale per tutti e che le punizioni siano esemplari anche e soprattutto per coloro che dovrebbero tutelare noi cittadini. Non dimentichiamo come la verità sul caso Raciti tardi a venire mentre è dato certo come il tutto sia stato vergognosamente strumentalizzato con una“dura repressione” che ha l’unico obiettivo di distruggere il fenomeno Ultras, calpestando tutti i nostri valori ed il nostro stare insieme facendo aggregazione. Anche il solo fatto di esporre uno striscione, suonare un tamburo, accendere un fumogeno, portare un megafono, sventolare una bandiera, che chi vive di curva ha sempre fatto da più di 30 anni, oggi ci viene vietato da decreti sempre più assurdi.
Siamo stanchi di ciò e dopo decenni di ingiustizie subite che hanno portato alla perdita di tanti militanti di curve : Stefano Furlan (triestino), Celestino Colombi (atalantino), Fabio Di Maio (trevigiano), Maurizio Alberti (pisano), Sergio Ercolano (napoletano), tutti morti durante cariche delle forze dell’ordine, ed ancora: Giuseppe Plaitano (salernitano) e Gabriele Sandri per cosiddetti “proiettili vaganti”.
Ma tutti questi spiacevoli episodi sono stati boicottati, falsificati, ma soprattutto, in più di un’occasione, è stata infangata la memoria di queste persone che sono scomparse senza un minimo di giustizia. Per tali motivi abbiamo deciso di fermarci e dire BASTA e, dopo tante iniziative e proteste varie, abbiamo deciso che l’unico modo per far sentire forte la nostra voce è il silenzio.
Un assoluto silenzio di 10 minuti ad inizio di ogni partita, per consentire a chiunque di riflettere.
Ormai il mondo del calcio è cambiato, tutto è legato al business, alle pay-tv, al caro biglietti, che non fanno altro che allontanare il tifoso dallo stadio incentivando i giovani a seguire strade diverse da quelle di una curva dove ancora oggi vigono valori quali: rispetto, amicizia, fratellanza, solidarietà, che invece vengono calpestati nella società e nella vita di tutti i giorni.
Ma la lega calcio non vuole riportare le famiglie allo stadio?
Come si può dire ad una famiglia di tornare allo Stadio quando i primi a creare tensioni sono proprio coloro i quali vengono pagati per mantenere l’ordine pubblico? Chi era presente a Verona, fra questi anche persone non facenti parte di gruppi Ultras, possono testimoniare la premeditazione nell’agire da parte delle forze dell’ordine nei nostri confronti.
Siamo in prima linea da anni per denunciare gli abusi ed evidenziare problemi che oggi coinvolgono qualsiasi tifoso, non solo gli Ultras.
Nonostante ci abbiano tolto tutto, fin quando avremo voce, faremo sempre valere i nostri diritti !
Siamo stanchi di ciò e dopo decenni di ingiustizie subite che hanno portato alla perdita di tanti militanti di curve : Stefano Furlan (triestino), Celestino Colombi (atalantino), Fabio Di Maio (trevigiano), Maurizio Alberti (pisano), Sergio Ercolano (napoletano), tutti morti durante cariche delle forze dell’ordine, ed ancora: Giuseppe Plaitano (salernitano) e Gabriele Sandri per cosiddetti “proiettili vaganti”.
Ma tutti questi spiacevoli episodi sono stati boicottati, falsificati, ma soprattutto, in più di un’occasione, è stata infangata la memoria di queste persone che sono scomparse senza un minimo di giustizia. Per tali motivi abbiamo deciso di fermarci e dire BASTA e, dopo tante iniziative e proteste varie, abbiamo deciso che l’unico modo per far sentire forte la nostra voce è il silenzio.
Un assoluto silenzio di 10 minuti ad inizio di ogni partita, per consentire a chiunque di riflettere.
Ormai il mondo del calcio è cambiato, tutto è legato al business, alle pay-tv, al caro biglietti, che non fanno altro che allontanare il tifoso dallo stadio incentivando i giovani a seguire strade diverse da quelle di una curva dove ancora oggi vigono valori quali: rispetto, amicizia, fratellanza, solidarietà, che invece vengono calpestati nella società e nella vita di tutti i giorni.
Ma la lega calcio non vuole riportare le famiglie allo stadio?
Come si può dire ad una famiglia di tornare allo Stadio quando i primi a creare tensioni sono proprio coloro i quali vengono pagati per mantenere l’ordine pubblico? Chi era presente a Verona, fra questi anche persone non facenti parte di gruppi Ultras, possono testimoniare la premeditazione nell’agire da parte delle forze dell’ordine nei nostri confronti.
Siamo in prima linea da anni per denunciare gli abusi ed evidenziare problemi che oggi coinvolgono qualsiasi tifoso, non solo gli Ultras.
Nonostante ci abbiano tolto tutto, fin quando avremo voce, faremo sempre valere i nostri diritti !
Curva Sud Catello Mari
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